Open Data in Europa: bene l’Italia ma si può ancora migliorare

Open Data in Europa: bene l’Italia ma si può ancora migliorare

Secondo l’Open Data Maturity in Europe 2018, report predisposto annualmente dall’European Data Portal, l’Italia si è posizionata tra i 5 paesi “trend-setter”, insieme a Irlanda, Spagna, Francia e Cipro. Il nostro paese rientra dunque, a livello europeo, tra gli Stati che hanno un livello avanzato di politiche per gli open data e che rappresentano un esempio per lo sviluppo della cultura open. Ma in che modo si potrebbe fare ancora meglio? Il report, individua una serie di elementi che hanno contribuito al successo dei primi tre paesi (Francia, Irlanda e Spagna). Rispetto alla dimensione delle policy è importante favorire il coordinamento a livello locale e regionale facendo percepire a tutti i livelli (nazionale, regionale, locale) il ruolo strategico che può essere assunto dagli open data. In tal senso, risultano fondamentali infrastrutture e portali avanzati in grado di consentire e favorire l’accesso agli open data disponibili nel paese e incoraggiare il dialogo tra utilizzatori e fornitori di dati. La qualità dei dati, infine, rappresenta senza dubbio il valore aggiunto che favorisce il riuso e rafforza l’impatto originato dai dati sull’intero sistema, sviluppando ulteriore consapevolezza riguardo il ruolo strategico degli open data. Fondamentale è quindi l’implementazione di meccanismi di controllo nella pubblicazione di open data, garantendo dati e metadati di elevata qualità.

 

Per saperne di più:
https://www.europeandataportal.eu/sites/default/files/analytical_report_13_open-data-best-practices-top-performers.pdf